Cenni storici
Una villa antichissima
Villa Fidelia, la bellezza di questa ipotetica, antichissima signora della scena si è trasmessa di generazione in generazione e, per quante volte il luogo è stato trasformato, in ognuna di queste occasioni lo spazio è risultato bello e struggente.
“L’attuale complesso della Villa Fidelia sorge su un insieme sacrale d’epoca classica e da questo stata fortemente condizionata nella sua disposizione planimetrica e d’impianto, al punto che, nonostante gli edifici ed i giardini siano sorti in epoche successive, l’impronta dell’antico santuario ha regolato l’opera di edificazione e di sistemazioni successive in modo tale da fare apparire il complesso un tutto unitario, non slegato e frammentario” (Paolo Camerieri, Daniela e Giuseppe Corbucci, Giuseppe Donati, Note storiche, in Collezione Maria Teresa Straka Coppa e Francesco Coppa, Roma, 1985).
Per tornare a quel nucleo storico, sembra che il complesso sacrale abbia origini risalenti alla tarda età della Roma repubblicana, anche se la sua conformazione definitiva dovrebbe, secondo il Rescritto Costantiniano di Hispellum, appartenere al IV secolo dopo Cristo: “Nel Rescritto, datato tra il 326 e il 333, l’imperatore, su istanza degli abitanti di Hispellum, concede alla popolazione umbra di riunirsi annualmente non più a Volsinii (Bolsena) insieme agli Etruschi, per celebrare ludi scenici e gladiatori, ma nello stesso territorio della Provincia Umbra presso Spello (cui viene attribuito l’appellativo di Flavia Constans), all’unica condizione che oltre a costruire un magnifico ed ampio edificio dedicato alla Gens Flavia, detto tempio non fosse contaminato dagli inganni di qualsiasi contagiosa superstizione” (Paolo Camerieri […], Note storiche, già citato). Si ricava, dalla lettura del documento lapideo costantiniano rinvenuto nei pressi del teatro romano incontrato per arrivare a Villa Fidelia, che la struttura a terrazzamenti, gli edifici e le costruzioni romane ancora visibili siano da attribuire ad un’epoca anteriore al Rescritto del 333.
E il “calco” sacrale umbro ha continuato a influenzare la topografia di questo sito anche ben oltre la decadenza dell’Impero romano, quando anche l’Umbria ha subito l’effetto devastante delle incursioni barbariche. Sin da questo periodo, l’antico santuario ha cominciato a conoscere le prime spoliazioni, finché si è giunti alla rovina vera e propria, coincidente con la spaccatura del complesso sacrale in una parte inferiore e una parte superiore, la prima delle quali, ormai ridotta all’utilizzazione agricola, dovrebbe essere rimasta pubblica per lungo tempo, mentre la seconda non avrebbe seguito la stessa sorte, se almeno nel XVI secolo se ne attribuisce la proprietà alla famiglia degli Urbani.
È in questo periodo che la nobile famiglia spellana degli Urbani occupa l’area dell’antico santuario e, a mano a mano che cura la riutilizzazione delle gradinate romane per coltivarvi vigne ed olivi, sente la necessità di dotarsi di una “Villa” suburbana, chiamata appunto “la Fidelia”, tanto per dare un ulteriore segno del proprio ruolo cittadino quanto per seguire più da vicino il progresso dell’attività agricola: il primo edificio con questa destinazione complessiva sorgerà sui resti di uno dei sacelli laterali del santuario, per la precisione quello, dedicato a Venere, che guarda Spello.
Gli Urbani si estinguono intorno ai primi anni del XVIII secolo.
La nuova proprietaria della Villa è l’aristocratica Donna Teresa Pamphili Grillo (1680-1762) che, secondo la tradizione, avrebbe deciso di fermarsi a Spello per trovarvi il sollievo necessario alle sue vicissitudini familiari. Divenne proprietaria della Villa “La Fidelia” nel 1722, con questa acquisizione riuscì a riunire nel suo patrimonio le residenze che la famiglia Urbani aveva realizzato fin dagli inizi del 1600. Alla principessa si attribuisce dal 1722 al 1727 l’ampliamento della villa, costruendo il Casino di Villeggiatura che oggi è conosciuto come Complesso monumentale Villa Fidelia, inoltre fece realizzare il Giardino all’italiana, il muro con le nicchie e fontane che fanno da sfondo al Giardino stesso. Del progetto ne prese cura il famoso architetto italiano Francesco Bibiena, che realizzò un’imponente scalinata, impreziosì l’entrata e decorò con elementi barocchi le facciate; si occupò della cura del giardino. All’interno fra le varie stanze, domina il salone delle feste con un prestigioso camino e la galleria che dà sul terrazzo dove è possibile scorgere il panorama su Cannara e la pianura di Spello.
Nel 1923, il nuovo proprietario della Villa è l’ingegnere Decio Costanzi il quale suddivise questo patrimonio in varie parti vendendo la parte più antica alle Suore Missionarie d’Egitto e la parte che riguardava il Casino, i giardini con i relativi annessi, alla Provincia di Perugia che a tutt’oggi resta proprietaria.
Dal 1985 la collezione Straka-Coppa ha onorato le sale e i piani del Casino.
Oggi gli interni della Villa sono adibiti ad ospitare mostre, mentre l’esterno, soprattutto d’estate, viene usato per concerti, spettacoli e altri tipi di eventi.