Un parco che sorge in un contesto urbano trecentesco

Immagine - Parco Ranghiasci Brancaleoni, porta d'ingresso
Immagine - Parco Ranghiasci Brancaleoni, porta d'ingresso

Il grande giardino dei Ranghiasci viene a costituire, a metà Ottocento, una magistrale innovazione, una passeggiata pittoresca tra la sacra montagna dell’Ingino e via della Ripa. Questa passeggiata è rimasta a lungo ignota alla popolazione della città, pur se costruita con frammenti delle memorie cittadine in una elaborata disposizione di viali, colonne, edifici e l’immancabile “tempietto”. Il Parco Ranghiasci Brancaleoni è situato alle pendici nord del Monte Ingino nel territorio di Gubbio e delimitato nella parte superiore dalle Mura Urbiche dalle quali degrada dolcemente.

Il grande giardino, oggi di proprietà della Provincia di Perugia e del Comune di Gubbio, ha dietro la sua realizzazione un nome di una donna inglese e una storia: Sarah Matilda Hobhouse e l’amore che portò suo marito, il conte eugubino Francesco Ranghiasci Brancaleoni, ad acquisire progressivamente e sapientemente i terreni e gli orti per realizzare il parco assecondando i suoi desideri. Il parco, vastissimo e molto bello, singolarmente inserito in un contesto urbano trecentesco, fu concepito in perfetta aderenza ai principi che animarono il “giardino paesaggistico” o “inglese” e, come si addice a tale stile, è ricco di scenografie antitetiche e sorprendenti. Realizzato per volere del marchese Francesco Ranghiasci Brancaleoni nell’Ottocento, ha mantenuto intatto il suo impianto ed è in ottimo stato di conservazione. Intorno al 1980 la Provincia di Perugia, insieme al Comune di Gubbio, acquista il parco, lo ripristina totalmente e lo rende fruibile al pubblico. Nel parco, lungo i viali ed all'interno delle aree verdi, trovano collocazione opere a testimonianza delle diverse edizioni della Biennale di Scultura che si susseguono ogni due anni a partire dal 1956.

modificato il 14/09/2023