Cosa visitare
Villa Biagiotti
Domina il Borgo la Villa padronale, ubicata in posizione pianeggiante immersa in un suggestivo ambiente di giardini progettati dall’architetto paesaggista Pietro Porcinai. Venne edificata negli anni '40 del XX secolo, sulle rovine di una delle modeste case che componevano il villaggio dell'Isola, il progetto dell'ingegnere Sisto Mastrodicasa fu commissionato da Biagio Biagiotti, allora proprietario dell'Isola. Successivamente al fallimento del Biagiotti, nel 1959 l'Isola viene acquistata e utilizzata come riserva di caccia dal conte milanese Giannino Citterio; l'edificio da “Casino rustico” viene modificato ampliando i laterali con logge e il fronte sormontato da pinnacolo e cornici alle finestre.
L'aspetto attuale della Villa la mostra ornata da fasce marcapiano e paraste bugnate. La centralità del fronte è enfatizzata dal balcone al primo piano e da un fastigio con fregio e pinnacoli. Da quando l'Isola Polvese fu acquistata nel 1973 dalla Provincia di Perugia, gli spazi interni della Villa furono ridistribuiti diversamente per realizzare una struttura alberghiera con annesso ristorante.
Oggi, Villa Biagiotti, è un resort di pregio chiamato “Villa Polvese Resort And Oil Farm”, dotata di camere elegantemente arredate a tema, sale ristorante, bar e uno spazio all’aperto sui giardini adibito al ristoro ed eventi. La struttura è un’ottima location per ricevimenti e matrimoni di pregio.
Ex Chiesa Santa Maria della Cerqua
Risalente al XV sec., è una delle sei Chiese che erano presenti sull’Isola e fa parte dell’insieme di immobili denominato il Borgo. L’Ex Chiesa di Santa Maria della Cerqua ha rappresentato un importante luogo di culto della storia religiosa dell’Isola.
Numerosi sono i documenti storici che testimoniano il ruolo di questo edificio religioso: nel 1416, viene iscritta al catasto come Chiesa di Santa Maria de Villa Insule Pulvensis poi denominata Santa Maria della Cerqua o Quercia, nel 1419 era diventata Chiesa parrocchiale del Borgo per comodità degli abitanti della Polvese altrimenti erano costretti a recarsi alla Chiesa di San Secondo che si trovava lontana dal Borgo.
All’interno della Chiesa, secondo un documento del 1432, esisteva un altare dedicato a Santa Maria, appartenente alla Confraternita del Gonfalone che aveva sede presso il Monastero di San Secondo; tale Gonfalone era opera di Pietro Perugino o di un suo allievo e fu realizzato in occasione della visita pastorale del Vescovo Amadei nel 1765. Con la chiusura del Monastero di San Secondo nel 1624 e le successive vicende belliche di devastazione legate alla Guerra di Castro (1643-44), l’Isola Polvese si spopola e il suo declino è inarrestabile. Nel Catasto della Chiesa si rileva che, nel 1730 Santa Maria della Cerqua non è più parrocchia ma tale funzione è tornata alla Chiesa di San Secondo.
Nella carta topografica, la “Carta delle Processioni” disegnata nel 1805, si trova la dicitura “Chiesa parrocchiale demolita”, anche se dal disegno si evince che all'inizio del 1800 vi erano ancora resti significativi.
Lo stato di conservazione dell’edificio prima del recente restauro (anno 2021) era costituito dal campanile a vela posto a nord ed un muro perimetrale in pietra contro-terra che entrambi andavano a formare un lato del perimetro della ex Chiesa, un solaio in legno appoggiato su tale muro e a valle su setti e pilastri in mattoni di epoca più recente, formavano la copertura di un’area dove erano collocate delle strutture idonee ad ospitare le arnie, un ricovero per le api voluto dal proprietario Biagio Biagiotti (1939-1959). Con il restauro si è cercato di ridare il suo valore storico: architettura, allestimento e rispetto per la preesistenza si fondono grazie alla immissione di portali metallici che interpretano la geometria spaziale dell’aula chiesastica.
Oggi la nuova funzione della Ex Chiesa di Santa Maria della Cerqua è quella di un luogo dove ci si può informare sulla sentieristica dell'Isola ed è il "Punto d'Orientamento dei Percorsi".
Ex Seccatoio o Essiccatoio
Situato adiacente all’Ex Porcilaia, quando Biagiotti era proprietario dell’Isola Polvese questo edificio veniva utilizzato come deposito della frutta che era stata raccolta nel frutteto dell’Isola. Dalla tipologia dei materiali usati si deduce che la sua costruzione, probabilmente, risalga dopo la metà del secolo scorso. L’Ex Seccatoio si sviluppa in proseguimento ad altro corpo di fabbricato realizzato in pietra già oggetto di ristrutturazione e ad oggi funzionante in quanto ospitante la cabina di trasformazione della corrente elettrica e i quadri generali di distribuzione di tutta l’Isola. Nel restauro si è cercato di recuperare integralmente l’edificio, privilegiando tecniche e materiali di bio-edilizia ed edilizia sostenibile, nonché il massimo riutilizzo dei materiali di recupero.
A tutto ciò non si deve dimenticare la nuova destinazione del fabbricato, cioè quella di essere una "Stazione di ricarica per mezzi elettrici".
Info Point Isola Polvese - Ex Porcilaie
L'annesso occupa la zona a monte del complesso immobiliare denominato Il Borgo. Rappresenta un tipico esempio di fabbricato rurale tradizionale; prima del restauro era un annesso agricolo crollato che faceva parte di un gruppo di tre edifici denominati ex porcilaie. Il restauro e risanamento conservativo del fabbricato è stato eseguito con una serie di interventi di consolidamento utilizzando materiali di finitura, scelti tra prodotti compatibili e coerenti sia con la destinazione d’uso sia con le tipologie presenti e storicamente utilizzate sull’Isola, privilegiando tecniche e materiali di bio-edilizia ed edilizia sostenibile e riutilizzando quanto più possibile i materiali di recupero. Oggi la sua funzione è quella di un “Info Point” generale dell’Isola, dotato di due servizi igienici per persone normodotate e un bagno per portatori di handicap. La caratteristica dei questo Infopoint è quella di essere digitale che oltre leggere un testo sintetico si può scanzionare il QRCODE dove l’informazione è molto più approfondita e bilingue (Italiano e Inglese). Il visitatore dopo essersi documentato, può scegliere in autonomia il percorso da visitare.
L’“Info Point” è un punto interattivo di pubblica consultazione, provvisto di Audioguida (scansionando il QR-CODE ) in Italiano e Inglese per raggiungere un’informazione più approfondita ed è adatto anche per utenti con disabilità.
Castello di Difesa, XV sec.
Risalente al periodo medioevale (XV sec.) probabilmente non fu costruito come dimora ma come luogo di rifugio per gli abitanti dell'Isola. Il Castello di Difesa è a pianta pentagonale irregolare e si sviluppa nel suo perimetro seguendo l’andamento naturale del terreno. Oggi ne rimane la cinta muraria esterna, dalla particolare forma di un pentagono irregolare, coronata da ben 5 torri nei punti di vertice, più una sesta indipendente posta nel punto dell’antico ingresso. Il mastio, dominante tutta la struttura, è a pianta eptagonale e s’innalza per circa quindici metri dal terreno mentre le mura e le altre torri hanno un’altezza variabile compresa tra i nove e dieci metri circa. Il mastio è costruito con pietre lavorate ed è impreziosito nella parte superiore da beccatelli in cotto sui quali sono visibili le caditoie, aperture rettangolari impiegate per gettare sugli assalitori pietre e pece bollente.
Restaurato nel 1999 dalla Provincia di Perugia, oggi le torri sono unite dalle mura attraverso un camminamento in acciaio sospeso sull’esistente, trasparente nel suo grigliato per consegnare al visitatore le sensazioni dei soldati che facevano la ronda di avvistamento e nello stesso tempo per rendere il percorso praticabile e sicuro. L’area racchiusa all’interno delle mura è un versante con un dislivello da nord a sud di circa dieci metri, sistemato in quattro terrazzamenti alla base dei quali vennero costruiti dei muri di contenimento in pietra, ancora oggi ben visibili.
Oggi il cortile interno è adibito a teatro per spettacoli e concerti all’aperto.
Chiesa di San Giuliano
A pochi metri dal Castello la piccola Chiesa di San Giuliano, di particolare interesse storico, per la presenza di un tratto di "Opus reticulatum romano” inserito nel muro di sostegno del piazzale della Chiesa, a conferma dell’ipotesi che l’isola sia stata abitata in epoca romana.
E’ un edificio medievale con campanile a vela, pianta rettangolare con un’unica navata ed era già esistente nell’isola nel 1028, menzionata come Pieve con fonte battesimale. All’interno, sulle pareti absidali, sono visibili affreschi di scuola umbra quattrocentesca rappresentanti figure di Santi (San Giuliano, San Sebastiano, San Bernardino, San Rocco). Dai sondaggi effettuati le pareti risultano ricoperte da intonaci stratificati, sono visibili con piccole porzioni di antichi dipinti difficilmente databili. Nel 1998 la Provincia Perugia ha effettuato un intervento di restauro. Gli scavi eseguiti lungo il perimetro esterno hanno evidenziato una muratura fondale di epoca molto antecedente a quella in elevazione e forse risalente al XI secolo.
Piscina Porcinai o Giardino delle piante acquatiche
Posta a monte dalla Villa, fu commissionata dal conte Citterio, a quel tempo, proprietario dell’isola, realizzata dal noto architetto italiano del paesaggio Pietro Porcinai alla fine degli anni ’50. Porcinai scelse l’area più degradata dell’isola: un’antica cava di arenaria. La vasca scavata alla base della parete di pietra venne modellata su disegno dall’artista milanese Alberto Longoni (Milano, 24 agosto 1921 - Miazzina, 7 dicembre 1991), che realizzò anche alcuni monoliti impiegati nella decorazione del bordo della piscina e dei ninfei che la circondano.
Nella Piscina, l’acqua, pompata dal lago Trasimeno, è raccolta nella grande vasca centrale, che ha una profondità massima di 5,30 metri circa, e in vasche laterali, di piccole dimensioni e scarsa profondità (massimo 0,50 metri circa) le quali hanno funzione di ninfei. Le piante acquatiche presenti avevano oltre la funzione decorativa anche quella fitodepurativa tale da renderla una sorta di biopiscina. Sul terreno terrazzato circostante sono stati collocati stenditoi di pietra, orientati secondo l’asse sud-est/nord-ovest per favorire l’esposizione al sole dei bagnanti. I locali tecnici e gli spogliatoi sono ricoperti da un terrapieno per minimizzarne l’impatto ambientale.
Ad oggi la Piscina Porcinai è un Giardino di piante acquatiche. L’intervento di restauro e riqualificazione funzionale ha compreso anche la realizzazione dell’impianto di fitodepurazione.
Ex Fagianaia
E’ nata per volere del Conte Vincenzo Pianciani (che acquistò nel 1840 tutti i possedimenti dell’Isola), costruita in una delle zone più elevate e panoramiche dell’Isola al fine di dotare l’Isola di un vero e proprio allevamento per la riproduzione e il ripopolamento della razza “Phasianus colchicus”, più nota e comunemente detta “Fagiano”; allevamento fatto anche per fini di caccia, infatti quando avveniva la deposizione delle uova, il capocaccia e i suoi uomini le andavano a raccogliere con dei canestri e le facevano poi incubare da tacchine e da fagiane. Di fatto tutti i vecchi proprietari dell’Isola, il Conte Pianciani Vincenzo, il Comm. Ferdinando Cesaroni (fine ‘800), il Comm. Biagio Biagiotti di cui la Villa porta ancora il nome dal 1939 e il Conte Giannino Citterio (1959), mostrarono particolare interesse verso l’attività venatoria, ma fu il Conte Vincenzo Pianciani a dar corso alla costruzione della Fagianaia.
Oggi la struttura, dopo la recente ristrutturazione, è diventata un Aula Multimediale 3.0 e un centro per la didattica, cioè un spazio di apprendimento per lo studente con nuovi orientamenti didattici basati sul dialogo collaborativo tra insegnanti e studenti, in un ambiente dove l’insegnante non svolge la classica lezione frontale ma collabora nell’apprendimento di un metodo basato sull’”Inquiry Learning”, cioè sull’apprendimento ottenuto attraverso l’esperienza e l’indagine.
Fattoria il "Poggio" – Ostello
E’ una grande casa colonica che si trova in località il Poggio. Dalla metà dell'Ottocento a quella del Novecento, vi presero dimora i membri della famiglia dei Dolciami, dediti alle attività agricole e all'allevamento di animali, a quei tempi l'edificio era chiamato “Casa dei Dolciami”.
Completamente restaurata e con una deliziosa vista sul Lago Trasimeno, l’antica Fattoria dell’Isola oggi rappresenta, una delle prime strutture ricettive ecocompatibili in Italia dotata di avanzati sistemi di fitodepurazione, risparmio energetico, ricircolo dell’acqua piovana, separazione e compostaggio dei rifiuti. Dotato di camere e mini appartamenti con servizi, l’Ostello denominato Fattoria ”Il Poggio”, è una struttura dove l’ambiente è familiare e curato; un ampio giardino con sdraio, amache e giochi, unito alla cucina tipica umbra che utilizza prodotti biologici di produzione locale, erbe officinali e frutta biologica di produzione propria che in estate potrete gustare nel giardino ristorante affacciato sul Lago, ne fanno il luogo ideale per chi ama la tranquillità, la buona cucina e la vita all’aria aperta.
Ideale per fughe romantiche e vacanze con bimbi, gite scolastiche.
Conservone
Costruito nel punto più elevato della Polvese, era la principale riserva d'approvvigionamento dell'acqua piovana, indispensabile per irrigare i campi della parte più alta dell'isola. La grande vasca, di forma quadrangolare, costruita in pietra arenaria risale all'epoca del Cesaroni, ristrutturata successivamente dal Conte Citterio con l’aggiunta di camini per l’areazione. E’ auspicabile il ripristino per garantire una riserva di acqua da usare in caso di estrema necessità.
Roccolo di caccia
Il complesso venatorio è situato in posizione centrale e apicale dell’isola e conserva tutt’ora la presenza dei due elementi principali del roccolo di caccia: un piccolo edificio mimetizzato dal boschetto e l’area esterna di forma ellittica (circa 16,70x11,46 ml) sistemata "a invaso"; circondata da vegetazione arborea e arbustiva sia all’interno che lungo il perimetro. Una volta veniva usato come impianto di cattura per gli uccelli mediante reti verticali, ovvero senza impiego di armi. Dopo il restauro l’obiettivo raggiunto è stato quello di aver recuperato la costruzione nella sua interezza, con particolare riguardo anche alla cura degli esterni.
Oggi il suo utilizzo, non è più a scopo di caccia ma una funzione didattica di avvista- mento dell’avifauna dove è garantita l’accessibilità alle persone diversamente abili.
Casa Merlata
Si trova posizionata tra gli oliveti della sommità dell'isola, in un punto panoramico. La costruzione, iniziata dal Biagiotti, non fu mai portata a termine. Sulla cima dell'edificio, attualmente, è stata sistemata dalla Provincia di Perugia una stazione di rilevamento meteorologica.
Chiesa di San Secondo e Monastero di San Secondo o degli Olivetani
Il Monastero di San Secondo o degli Olivetani (XV sec.) e la Chiesa di San Secondo (XII sec.) si trovano sempre sulla parte più alta dell'Isola. Vi è una ipotesi che l’Isola sia stata abitata in epoca etrusca e romana. I ritrovamenti che ci confermano questa teoria sono limitati a frammentari resti archeologici, consistenti in grossi blocchi di pietra arenaria di epoca etrusca che costituiscono la base della torre campanaria del complesso di San Secondo. Di recente, l'intero complesso, è stato recuperato e consolidato con utilizzo dei materiali originari e secondo criteri conformi ai principi dell’architettura bioecologica.
Oggi ospita un Centro di ricerca sulla qualità ambientale.
Nel piazzale retrostante il Monastero è situato l'antico pozzo di pietra, che serviva per abbeverare il bestiame. Il complesso monumentale è costituito da Monastero, Chiesa e Torre campanaria. Dell’originario Monastero di San Secondo o degli Olivetani, edificio romano realizzato in pietra arenaria e travertino restano la facciata, i muri perimetrali esterni, una parte dell’abside e la bellissima cripta; l’ingresso alla cripta si trova in un passaggio centrale dell’abside, che scende verso il basso e si apre su un ambiente semicircolare dominato al centro da una colonna in pietra calcarea.
Il Monastero di San Secondo, si sviluppa su due piani posti in modo perpendicolare alla Chiesa, e dalla quale è affiancato. Il piano terra costituiva la zona servizi e il refettorio. Un portico sorgeva tra il Convento e il lato destro della Chiesa mentre al piano terra, tramite una porta incorniciata in pietra arenaria con lo stemma dei Monaci Olivetani, si accedeva alla zona dei servizi e al refettorio. Il Refettorio, con gli stipiti e l’architrave di una porta e lo stemma dell’ordine, è coperto con volta a botte, vele e capitelli in arenaria; una grande nicchia alloggiava la statua raffigurante la Madonna.
Per accedere al piano superiore occorre utilizzare i due ingressi esterni. Il piano superiore, che si presenta oggi come un unico ambiente, era in passato suddiviso in più vani e fungeva da sagrestia e dormitorio per i monaci, è comunicante con la Chiesa tramite una stanza con capitelli in arenaria; veniva utilizzata come piccola cappella per i frati malati dove si trovavano le celle dei frati (probabilmente ottenute con divisori in legno) e il capitolo.
Anche la Chiesa di San Secondo fa parlare di sé come pieve nel 1136, in una bolla di Innocenzo III e successivamente in una bolla di Gregorio IX del 1238. Il 14 aprile 1481 su iniziativa degli isolani viene promossa l’azione di trasformare la Chiesa di San Secondo in Monastero e nel 1492 una bolla di Sisto IV separa la Chiesa di San Secondo dal Monastero di Montecorona e il governo viene consegnato all’ordine degli Olivetani. E’ una costruzione romanica a tre navate con abside semicircolare presbiterio e cripta; è quasi completamente crollata, presenta alcuni lacerti delle mura e dell’abside che non superano i due metri di altezza.
Costruita con blocchetti di calcare e arenaria, agli angoli della facciata riportano conci in travertino provenienti da strutture preesistenti.
La facciata, conservata quasi fino alla sommità, ha una porta d’ingresso con architrave e lunetta decentrata sulla destra; rosone centrale con cornice in arenaria e ai lati due coppie di finestre sovrapposte in corrispondenza delle navate laterali.
Le navate sono divise da pilastri alternati a colonne, restaurati e ricostruiti.
In passato la salita al presbiterio era garantita da due scale al termine della navata centrale, tra queste l’ingresso principale alla cripta a cui si accedeva anche dalle navate laterali.
La cripta, la cui copertura è sorretta da una colonna monolitica in travertino con capitello a plinto in arenaria a forma di anguilla, è in comunicazione con due vani laterali che si aprono all’esterno e il vano di destra funge da sacrestia.
Il campanile a base quadrata sorge all’esterno della Chiesa presso l’angolo nord-est, in origine doveva essere cuspidato ma ora ne è privo.
Casa di Delfo
Era la residenza di Rossini Delfo e del figlio Armando, occupati nell'attività di guardiacaccia dal 1959 al 1966. Si trova alla sinistra del viale che conduce al Porto dell’Oliva e di fronte alla spiaggia fatta costruire dal Biagiotti.
Attualmente è adibita a servizio di bar e ristoro.
Casa di Cesarino
Si trova nella zona attigua dell'approdo e precisamente alla destra del viale d'accesso al prato, risale all'epoca del Cesaroni. Il Biagiotti la tramutò in abitazione per le persone che gli davano consulenze, la parte più bassa dell'edificio era adibita a magazzino di famiglia. Divenne, infine, la residenza del custode che svolse la sua attività sull'Isola dal periodo del Citterio (1966) e da lui prende il nome.
Attualmente il piano terra è adibito a servizio di bar e ristoro.